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Histoires du sport automobile

TARGA FLORIO E LE CORSE SICILIANE


Invité §sho727jx
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Messages recommandés

Caro vecchio Correttore Automatico .....

Ragione ci hai, distratto dalle tante immagini virtuali del tuo ultimo passatiempo ho sbagliato. Ebbene sì lo ammetto, mi capita sempre più spesso quando vado a memoria.... segno del mio imminente sessantesimo anniversario......

 

Per farmi perdonare l'ennesimo post promozionale.....

www.montepellegrino.net info: mph.iscrizione@gmail.com

registrations online - iscrizioni online fino al 19 marzo

solo 80 auto ammesse - only 80 cars admitted

 

La Salita del Monte Pellegrino, come la Targa Florio, il Giro di Sicilia e le altre gare siciliane, nell'immediato dopoguerra ebbe un indiscusso ed inconfondibile protagonista: il corpulento Barone Luigi Chiaramonte Bordonaro detto "Lulù" .

Il Barone ebbe sempre la possibilità (anche finanziaria) di guidare auto da vittoria assoluta, le stesse Ferrari che il Commendatore cominciava a vendere ai clienti, gli stessi clienti che aiutarono non poco la Scuderia di Maranello all'inizio della sua vita, ad avere affermazioni lusinghiere sia in gare internazionali che in gare minori come la cronoscalata palermitana.

In queste due foto dell'archivio storico di Nicola Scafidi due foto che ritraggono il Barone Bordonaro nelle fasi della partenza della Salita del Monte Pellegrino del 1952: la prima lo vede in tutta la sua imponenza accanto alla Ermini 1100 Sport di Cammarata, impaziente che venga il suo turno.....

 

 

nella seconda foto è già al volante della sua fiammante Ferrari 166 MM con la quale vincerà la 12° edizione della cronoscalata.

Da notare l'abbigliamento non certo "sportivo" di Cammarata in abito completo con tanto di camicia e cravatta (!), lo stesso Lulù Bordonaro sotto il giubotto in pelle lascia intravedere una cravatta !!!!

Beh, non direi tanto imminente, manca ancora più di un mese.

A proposito.

Avevo pensato di venirti a trovare in questi giorni per portarti un pensierino, ma ho cambiato idea...

Me lo tengo fino al compleanno!

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Invité §sho727jx

 

Da notare l'abbigliamento non certo "sportivo" di Cammarata in abito completo con tanto di camicia e cravatta (!), lo stesso Lulù Bordonaro sotto il giubotto in pelle lascia intravedere una cravatta !!!!

 

A quei tempi era così..., c'era Bonetto che guidava in F1 con la pipa in bocca e Hawthorn col farfallino, mentre Marzotto vinceva la MM in doppiopetto ...

A voler essere cinici, forse consapevoli di poter morire da un momento all'altro, si facevano trovare già "cunsati"...con l'abito buono...! :mouais:

 

 

bonetto 2.jpg

 

Hawthorn.jpg

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.... « Qual è la forma dell’acqua? ». « Ma l’acqua non ha forma. Piglia la forma che le viene data ». Il commissario era di Catania e di nome faceva Salvo Montalbano, e quando voleva capire una cosa la capiva.....

QUAL'ERA LA FORMA DELLA TARGA FLORIO: SI CORREVA .... ED ALLA FINE AVEVANO VINTO TUTTI.

VINCEVANO I PILOTI, IL PUBBLICO E LE MACCHINE... COME SE NON AVESSERO UN'ETA'.

LA TARGA SI CORREVA PER AMORE

 

 

 

Questo commissario era intelligente!

Applicava il regolamento con discernimento, capendo che la mancanza dei lampeggianti sul parafango né avrebbe creato un vantaggio né costituito un pericolo.

 

Certo che é veramente interessante il vostro "averla vissuta" che permette riferimenti come questo.

 

 

C'é, nella prossima puntata, un riferimento a una curva particolarmente difficile e pericolosa, chissà se riuscite ad individuarla.

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“UNA STRADA PANORAMICA”

La corsa consiste in 10 giri lunghi di 45 miglia il cui tracciato puó essere descritto solo come una gigantesca ferrovia panoramica. La vista era superba, ancora più maestosa di quanto avessi mai potuto vedere in Svizzera. Fu chiaro sin dall’inizio che mai avremmo potuto sperare di imparare il tracciato nel poco tempo disponibile e ci concentrammo nel tentativo di ricordare solo i punti di riferimento che precedevano le curve che realmente ci avevano “traumatizzato”. La curva, che Mike Hawthorn descrive in uno dei suoi libri come “La curva Inglese della morte” (Coffin for England corner), era inconfondibile. Ci si avvicinava in discesa tra una serie di curve a destra e a sinistra, rapide come colpi di frusta, quindi d’improvviso era li davanti, contorcendosi convulsivamente sul bordo di un precipizio. Più volte “la persi” sul brecciolino, riprendendo il controllo solo quando le ruote esterne sfioravano il limitare dell’eternità. Era emozionante guidare giù nelle strette vie dei villaggi di montagna siciliani a delle velocità che a volte superavano i 160 all’ora. Anche se, essendo Britannici, eravamo sopraffati da un terribile senso di colpa a causa di questo flagrante disprezzo dei limiti di velocità. Fu alla periferia di questi villaggi che incontrammo le peggiori condizioni stradali perché, anche se la superficie appariva consistente e ben asfaltata, era in realtà molto spesso come una lastra di ghiaccio, levigata dalle ruote cerchiate d'acciaio dei carri agricoli trainati da buoi. Era impossibile vedere questo “sapone”, come lo lo aveva descritto un pilota italiano, fino a quando non ti ci trovavi sopra, con l’auto che pattinava incontrollabile. Dietro un curva ci trovammo faccia a faccia con una piccola sport prototipo guidata da due enormi militari americani. Entrambi ci piantammo in piedi sul pedale del freno e ci fermammo cofano contro cofano a pochi centimetri l’uno dall’altro. Mi ricordai che la strada era ufficialmente ancora aperta al traffico, per cui tecnicamente era permesso loro di provare nel senso inverso - ma ció nonostante. Dick ed io, che eravamo “nel senso giusto”, avevamo ambedue un’espressione furiosa ma gli americani erano solo un po’ accigliati, quello che guidava, facendo rotolare il sigaro da un lato all’altro della bocca, fece stridere le ruote dell’auto e se ne andó. Avvicinandoci alla sottostante fascia costiera incontrammo una mandria di bovini che bloccava la strada. Non parvero particolarmente sorpresi dalla Aston, e non si mossero tanto facilmente. Il rettilineo di 5 miglia lungo la costa era rinfrescante e mantenni l’Aston costantemente sui 190 all’ora giù nello stretto viale bordato di alberi e mi rilassai. Alla fine del rettilineo c’era qualche curva rapida che mi ricordavano una pista inglese poi fummo di ritorno alle tribune e ai box. Il giorno seguente sarebbe stato consacrato alle prove croniometrate”.

(continua)

 

Nella prossima ottava puntata:

VENERDI, LE PROVE CRONOMETRATE

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Invité §sho727jx

“UNA STRADA PANORAMICA”

La corsa consiste in 10 giri lunghi di 45 miglia il cui tracciato puó essere descritto solo come una gigantesca ferrovia panoramica. La vista era superba, ancora più maestosa di quanto avessi mai potuto vedere in Svizzera. Fu chiaro sin dall’inizio che mai avremmo potuto sperare di imparare il tracciato nel poco tempo disponibile e ci concentrammo nel tentativo di ricordare solo i punti di riferimento che precedevano le curve che realmente ci avevano “traumatizzato”. La curva, che Mike Hawthorn descrive in uno dei suoi libri come “La curva Inglese della morte” (Coffin for England corner), era inconfondibile. Ci si avvicinava in discesa tra una serie di curve a destra e a sinistra, rapide come colpi di frusta, quindi d’improvviso era li davanti, contorcendosi convulsivamente sul bordo di un precipizio. Più volte “la persi” sul brecciolino, riprendendo il controllo solo quando le ruote esterne sfioravano il limitare dell’eternità. Era emozionante guidare giù nelle strette vie dei villaggi di montagna siciliani a delle velocità che a volte superavano i 160 all’ora. Anche se, essendo Britannici, eravamo sopraffati da un terribile senso di colpa a causa di questo flagrante disprezzo dei limiti di velocità. Fu alla periferia di questi villaggi che incontrammo le peggiori condizioni stradali perché, anche se la superficie appariva consistente e ben asfaltata, era in realtà molto spesso come una lastra di ghiaccio, levigata dalle ruote cerchiate d'acciaio dei carri agricoli trainati da buoi. Era impossibile vedere questo “sapone”, come lo lo aveva descritto un pilota italiano, fino a quando non ti ci trovavi sopra, con l’auto che pattinava incontrollabile. Dietro un curva ci trovammo faccia a faccia con una piccola sport prototipo guidata da due enormi militari americani. Entrambi ci piantammo in piedi sul pedale del freno e ci fermammo cofano contro cofano a pochi centimetri l’uno dall’altro. Mi ricordai che la strada era ufficialmente ancora aperta al traffico, per cui tecnicamente era permesso loro di provare nel senso inverso - ma ció nonostante. Dick ed io, che eravamo “nel senso giusto”, avevamo ambedue un’espressione furiosa ma gli americani erano solo un po’ accigliati, quello che guidava, facendo rotolare il sigaro da un lato all’altro della bocca, fece stridere le ruote dell’auto e se ne andó. Avvicinandoci alla sottostante fascia costiera incontrammo una mandria di bovini che bloccava la strada. Non parvero particolarmente sorpresi dalla Aston, e non si mossero tanto facilmente. Il rettilineo di 5 miglia lungo la costa era rinfrescante e mantenni l’Aston costantemente sui 190 all’ora giù nello stretto viale bordato di alberi e mi rilassai. Alla fine del rettilineo c’era qualche curva rapida che mi ricordavano una pista inglese poi fummo di ritorno alle tribune e ai box. Il giorno seguente sarebbe stato consacrato alle prove croniometrate”.

(continua)

 

Nella prossima ottava puntata:

VENERDI, LE PROVE CRONOMETRATE

 

La piccola sport dell'incontro ravvicinato doveva essere l'Osca di Bauer-Smith (USA) - la curva, non saprei, ma con quella tipologia doveva trovarsi lungo la discesa verso Campofelice piuttosto veloce.

 

:chut:

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La piccola sport dell'incontro ravvicinato doveva essere l'Osca di Bauer-Smith (USA) -

 

 

 

Pero' nel '62 di Osca ce n'erano due, una con Mantia l'altra con Scarfiotti....(Targapedia)

Bauer Smith parteciparono nel 1960.

Io avrei visto la Stanguellini con William Schuldt - Piercey

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Invité §sho727jx

 

Pero' nel '62 di Osca ce n'erano due, una con Mantia l'altra con Scarfiotti....(Targapedia)

Bauer Smith parteciparono nel 1960.

Io avrei visto la Stanguellini con William Schuldt - Piercey

 

Quando dico "che laria a vicchiaia"..., non lo dico tanto per dire...!!! :non:

Hai perfettamente ragione, mi ero fissato che quella prima partecipazione dell'Aston fosse stata nel '60 ...

La piccola sport non poteva che essere quindi la Stanguellini miricana

 

:bien:

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Invité §sho727jx

1975 lola Marchiolo-Castro 2.jpg

 

cosa ci sarà mai scritto in quella pubblicità sul muso sotto la strip Barone e sopra i fari ?

e a dx e sin del n°18 sulla fiancata non presente in prova ? :mouais:

 

:chut:

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Invité §ant842ti

1975 lola Marchiolo-Castro 2.jpg

 

cosa ci sarà mai scritto in quella pubblicità sul muso sotto la strip Barone e sopra i fari ?

e a dx e sin del n°18 sulla fiancata non presente in prova ? :mouais:

 

:chut:

 

 

guarda, guarda, una foto minutoli ...

nino

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Invité §bep134Bm

“UNA STRADA PANORAMICA”

La corsa consiste in 10 giri lunghi di 45 miglia il cui tracciato puó essere descritto solo come una gigantesca ferrovia panoramica. La vista era superba, ancora più maestosa di quanto avessi mai potuto vedere in Svizzera. Fu chiaro sin dall’inizio che mai avremmo potuto sperare di imparare il tracciato nel poco tempo disponibile e ci concentrammo nel tentativo di ricordare solo i punti di riferimento che precedevano le curve che realmente ci avevano “traumatizzato”. La curva, che Mike Hawthorn descrive in uno dei suoi libri come “La curva Inglese della morte” (Coffin for England corner), era inconfondibile. Ci si avvicinava in discesa tra una serie di curve a destra e a sinistra, rapide come colpi di frusta, quindi d’improvviso era li davanti, contorcendosi convulsivamente sul bordo di un precipizio. Più volte “la persi” sul brecciolino, riprendendo il controllo solo quando le ruote esterne sfioravano il limitare dell’eternità. Era emozionante guidare giù nelle strette vie dei villaggi di montagna siciliani a delle velocità che a volte superavano i 160 all’ora. Anche se, essendo Britannici, eravamo sopraffati da un terribile senso di colpa a causa di questo flagrante disprezzo dei limiti di velocità. Fu alla periferia di questi villaggi che incontrammo le peggiori condizioni stradali perché, anche se la superficie appariva consistente e ben asfaltata, era in realtà molto spesso come una lastra di ghiaccio, levigata dalle ruote cerchiate d'acciaio dei carri agricoli trainati da buoi. Era impossibile vedere questo “sapone”, come lo lo aveva descritto un pilota italiano, fino a quando non ti ci trovavi sopra, con l’auto che pattinava incontrollabile. .........

Avvicinandoci alla sottostante fascia costiera incontrammo una mandria di bovini che bloccava la strada. Non parvero particolarmente sorpresi dalla Aston, e non si mossero tanto facilmente. Il rettilineo di 5 miglia lungo la costa era rinfrescante e mantenni l’Aston costantemente sui 190 all’ora giù nello stretto viale bordato di alberi e mi rilassai. Alla fine del rettilineo c’era qualche curva rapida che mi ricordavano una pista inglese poi fummo di ritorno alle tribune e ai box. Il giorno seguente sarebbe stato consacrato alle prove croniometrate”.

(continua)

 

Nella prossima ottava puntata:

VENERDI, LE PROVE CRONOMETRATE

 

 

 

 

Questo il sintetico racconto della gara da “Il romanzo della Targa Florio” di A.F.Bradley (1965) :

“” .... A Sebring, prima prova del “Mondiale Marche”, le Ferrari avevano creato il vuoto alle loro spalle - quattro vetture nelle prime quattro posizioni della classifica ufficiale - lasciando alla Porsche i due miseri punti del quinto posto.

Alla vigilia della Targa Florio era quindi lecito supporre che le vetture di Maranello sarebbero state finalmente in grado di battere nettamente le vetture tedesche anche in una gara, come quella siciliana, che sembrava da tempo fin troppo congeniale alla Porsche. Battaglia grossa, dunque .....

Tre le vetture della Scuderia di Maranello : due 2400 cc. a motore posteriore per P.Hill/Gendebien e Von Trips/Ginther ed una 12 cilindri a motore anteriore affidata a Mairesse/R.Rodriguez. Tre anche le Porsche : due 2000 cc. destinate a Moss/G.Hill e Bonnier/Gurney ; una 1700 cc. per Herrmann/Barth.

Al primo giro era in testa Moss, seguito dal compagno di scuderia Bonnier, dalla Ferrari di Von Trips e dalla Maserati di Vaccarella. Questa situazione perdurava per altri quattro giri durante i quali Moss abbassava il record sul giro portandolo sul tempo di 40’58’’. Al terzo giro abbandonava la Ferrari di Mairesse/R.Rodriguez. Alla quinta tornata, dopo il cambio di guida, la Ferrari di Gendebien riusciva a portarsi al comando davanti alle Porsche di G.Hill, di Bonnier, di Herrmann ed alla Maserati di Vaccarella.

Il Direttore Sportivo della Porsche, Von Hanstein, decideva di sostituire G.Hill con Moss. Dopo un inseguimento magnifico - nuovo recordo sul giro con 40’41’’- il campione britannico riprendeva il comando portandosi in vantaggio di oltre 1 minuto sulla Ferrari di Von Trips/Gendebien. Quando ormai pareva sicuro che le maneggevoli vetture di Stoccarda avrebbero battuto ancora una volta le più potenti Ferrari, colpo di scena. Durante l’ultimo giro, a soli sette chilometri dall’arrivo, la Porsche di Moss si ritirava per la rottura della trasmissione. Era quindi la Ferrari di Von Trips/Gendebien a tagliare per prima il traguardo, precedendo nell’ordine le due Porsche di Bonnier/Gurney ed Herrmann/Barth e la Maserati di Vaccarella/Trintignant .... “”

...... I cronisti del tempo annotarono questa battuta di G. Hill, in quella Targa 1961 : “Qui c’è sempre da imparare ! Una Targa Florio vale tanti Gran Prix ...

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Invité §TAR516zF

Grande attesa per la nuova puntata di Passione Regolarità Gentleman Driver.

Tour del Peloponneso, premiazioni nazionali Aci alla Reggia di Caserta, Ing. G.Minardi, la Monte Pellegrino Historic : un imperdibile servizio con Daniele Spataro !

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Domani venerdì 24 febbraio ore 23,00 Sky Automototv canale 148 oppure in streaming www.automototv.it ed in replica:

 

sabato 25 ore 19,30

domenica 26 ore 14,30/ 24,30

lunedì 27 ore 15,00/ 01,30

martedì 28 ore 8,30/ 18,00

mercoledì 1 marzo ore 7,30/ 20,30.

Da domenica 26 sulle nostre pagine socia e nostro You Tube.

Immancabile come sempre.

www.montepellegrino.net info: mph.iscrizione@gmail.com

registrations online - iscrizioni online fino al 19 marzo

solo 80 auto ammesse - only 80 cars admitted

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Settimana di lavoro ben piena, riprendo solo ora il fiato per l'ottava puntata del racconto di Andrew Roberts.

 

VENERDI, LE PROVE CRONOMETRATE

 

Le strade del circuito erano chiuse al traffic. Ma molti piloti erano riluttanti a provare, non volendo rischiare di “piegare” la loro macchina cosí vicino al giorno della corsa. Ed io, dopo il mio secondo giro, mi dissi che mi ero spaventato abbastanza per passare il volante a Dick. Ma fui gratificato dallo scoprire che avevo mantenuto il mio tempo sotto i 50 minuti che Colin Davis aveva indicato. Dick si fermó a circa metà strada per dare un passaggio ad un pilota la cui Porsche era finita in un fosso. Dick decise che dare un passaggio fosse una cosa ma andare piano ne fosse un’altra e continuó alla velocità prove cronometrate. Il pilota rimase imperturbabile, e seppur non parlasse inglese, fu di grande aiuto poiché conosceva il circuito a menadito. Quando Dick si avvicinava a ció che sembrava un tornante cieco e difficile l’Italiano gridava “Go! Go! Go!” picchiando col pugno il cruscotto par dare più enfasi allle sue parole e Dick rispondeva di conseguenza. Parallelamente quando si avvicinavano a una curva che pareva rapida, l’Italiano gridava “I freni! I freni!” Dick piantava i freni, che davano rapidamente segni di fading, e mormorava ringraziamenti scusandosi quando l”auto sfiorava il parapetto di un ponte o incontrava una sezione sconnessa della strada.

 

(continua)

 

presto la nona puntata;

UN GIORNO DI RIPOSO”

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Invité §tar086XR

Bella botta mister David !!!

1968-david-piper-uk-franco-zucchi-italian-tony-lanfranchi-gb-survey-HKY0CY.jpg

Si sarà preso una gran paura ma di sicuro non perse il buon umore

1968-mechanics-survey-wreckage-of-ferrari-250lm-targa-florio-pv-HKY0CN.jpg

Fresche fresche dal web,spuntano sempre nuove foto la storia infinita.

Saluti targamaniac

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Invité §sho727jx

Bella botta mister David !!!

1968-david-piper-uk-franco-zucchi-italian-tony-lanfranchi-gb-survey-HKY0CY.jpg

Si sarà preso una gran paura ma di sicuro non perse il buon umore

1968-mechanics-survey-wreckage-of-ferrari-250lm-targa-florio-pv-HKY0CN.jpg

Fresche fresche dal web,spuntano sempre nuove foto la storia infinita.

Saluti targamaniac

 

 

Bellissime ! ...ma dove sono state scattate queste foto ? e perchè manca l'1 e il 3 sul portanumero laterale sinistro ?

 

1968 ferr piper-vestey 7.jpg:chut:

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Bellissime ! ...ma dove sono state scattate queste foto ? e perchè manca l'1 e il 3 sul portanumero laterale sinistro ?

 

1968 ferr piper-vestey 7.jpg:chut:

 

 

 

Sembrerebbe nel tratto fra bivio Polizzi e la casa cantoniera.

I numeri mancanti saranno stati staccati da qualche cacciatore di souvenir.

Complimenti a Targamaniac per le foto estremamente interessanti!

Quella del 1968 fu la mia prima Targa e ricordo benissimo ai primi giri vedere passare questa Ferrari Le Mans blu scuro.

Credo di averne anche una diapositiva scattata da me, ma in maniera fuggevole e di pessima resa.

Se la trovo ve la mostrerò.

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Invité §tar086XR

Grazie ma ho solo il merito di avere rovistato sul web.

I numeri mancanti suverir o 13 portafortuna.

Concordo con spazzaneve sul posto credo si sia trattato di un'uscita di strada

con conseguente ribaltamento.

Interessante anche questa che mostra uno strano modo per punzonare la 250lm

1965-ferrari-250lm-number-painting-targa-florio-gg-HKY0BX.jpg

Anche questa che ritrae Pietro Lo Piccolo e un'inedito.

Sono ancora tante le foto inedite in giro,saluti Andrea

1970-lo-piccolo-italian-ferrari-dino-206s-targa-florio-11th-HPD31P.jpg

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Invité §tar086XR

Scusate ma devo ancora capire come allineare le didascalie

alle foto .

Saluti Andrea

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Invité §ant842ti

Scusate ma devo ancora capire come allineare le didascalie

alle foto .

Saluti Andrea

 

 

sulla Dino n. 246, erano Terra e Barbuscia, nel 1969.

nino

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Invité §sho727jx

 

 

Sembrerebbe nel tratto fra bivio Polizzi e la casa cantoniera.

I numeri mancanti saranno stati staccati da qualche cacciatore di souvenir.

Complimenti a Targamaniac per le foto estremamente interessanti!

Quella del 1968 fu la mia prima Targa e ricordo benissimo ai primi giri vedere passare questa Ferrari Le Mans blu scuro.

Credo di averne anche una diapositiva scattata da me, ma in maniera fuggevole e di pessima resa.

Se la trovo ve la mostrerò.

 

 

'68Ferrari 250 LM Piper-Vestey.jpg

 

anch'io sapevo fare brutte foto...! :D

 

 

2715.jpg

 

 

2711.jpg

 

ma anche un buon modellino..., a mio insindacabile giudizio... :ange:

 

 

Quanto al luogo dell'incidente, anch'io avevo pensato la stessa cosa, dev'essere stato nel primo tratto della SP 9 dopo bivio Polizzi

 

:jap:

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Invité §ant842ti

1.jpgP1060267.jpg

 

P1060270.jpg

 

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bentrovati! non posto modelli Targa Florio da poco meno di due anni ... perso nei miei cento progetti ... siamo tutti d'accordo, le immagine fornite da Stanford University hanno certamente chiarito tanti interrogativi. a suo tempo, avevo immaginato la MGB n. 48 con cui (riconoscibile al volante) Timo Makinen prese il via alla 51a Targa Florio del 1967

 

img-62907157d0.jpg

 

img-54623243fc.jpg

c'erano delle soluzioni fantasiose, anche se possibili e studiate sulle tipiche livree delle macchine works della BMC. il trifoglio irlandese era classica decorazione delle vetture guidate da Alec Poole. ma, stranamente, il fregio si intravvedeva su di una vettura col tetto rosso! mentre era assente sulla vettura in gara (anche se per un solo giro). finchè, appunto Stanford ha mostrato che la vettura col tetto rosso era una T car, identificata dalla targa ERX497C. dopo le opportune e laboriose modifiche, e comprando solo un altro modellino, sono arrivato alle conformazioni reali. oddio, non posso essere certo della posizione della T sul cofano della Tcar, ma dove poteva essere se non lì? e che ci vorrebbe a spostarla? due parole sui diecast VANGUARD utilizzati. sono deliziosi! non costano tanto, guardate le finiture del pianale (aggiunti i blocchetti di sollevamento sulla n. 48). agli interni ho solo cambiato i volantini (se si vedono). all'esterno, il retrovisore autocostruito per la T, i vari ganci e cinturini, le targhe con i caratteri giusti (addirittura la targa della Tcar e ritagliata dalla vera targa, la vettura esiste perfettamente). ruote a raggi cambiate, varie decals fatte stampare apposta (coccarda Safety Fast e bandierine, logo GB, trifoglio). tergi fotoincisi. la Tcar è stata interamente riverniciata per dare uniformità a tettuccio e corpo. il RAL 3001 corrisponde bene al tartan red delle vetture reali. insomma, guardatevele, se ne avete voglia ...

la successione del post è sballata, pazienza.

nino

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Invité §ant842ti

48 MG B 1800  A-Hedges - A-Poole Box (6) (1).jpg

il trifoglio sul tetto

 

Immagine 2.png

le due vetture a Floriopoli

 

48 MG B 1800  A-Hedges - A-Poole Box (2).jpg

il tetto rosso

 

48.png

un bel particolare della n. 48

 

155596-zoom.jpg

la ERX497C come è oggi.

nino

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Nona puntata;

UN GIORNO DI RIPOSO”

Sabato era un giorno di riposo per tutti salvo che per me. Guidai da città a città, da un’autofficina a un’altra, nella speranza di trovare delle gomme da 16”, misura che mi dissero non esistere in Italia né tantomeno in Sicila.

I pneumatici che ci avevano promesso non erano arrivati ed io ero disperato. Telefonammo a Milano, Genova, Napoli e Roma, persino telegrammi in Inghilterra ma tutto ció invano. Daniel Richmond della Downtown Engineering, la cui Mini-Cooper doveva essere pilotata dal Principe Metternick e da Bernard Cahier e con i quali dividevamo il box, mi suggerí di provare con una autofficina di Palermo nella quale avevano lavorato tutta la notte precedente sulla scatola del cambio della Mini. I due fratelli caposquadra erano personaggi pittoreschi (uno di essi era stato il meccanico ufficiale di Fangio). Incapaci di parlare a bassa voce. Gridavano. In italiano per di più, per quanto il loro italiano fosse liberamente inframmezzato da spruzzate di quel poco inglese che avevano sentito durante la notte insonne passata presso la Mini-Cooper.

Buon giorno! Sto cercando ... delle gomme da 16” .. con camera d’aria!” Dissi ad uno dei due meccanici.

“Ruddy hell! (Dannato inferno)” rispose il meccanico, che non parlava inglese, sorridendo educatamente.

Infine con la forza della disperazione viaggiai per 65 chilometri fino a Cefalù dove la Scuderia Ferrari era saldamente trincerata in un piccolo hotel.

Cercai il manager della Scuderia Ferrari che stava ritornando con sua moglie dalla messa. Gli spiegai la mia terribile situazione domandandogli se potevo prendere in prestito qualche cerchio e gomme Ferrari che, lasciai intendere, fossero adatte ai mozzi della Aston.

“Non sono il vero responsabile Ferrari. Tengo giusto d’occhio il team fintanto che si trovano qui in Sicilia. Date le circostanze, non posso darvi il permesso, anche se vorrei proprio aiutarla.

Non essendo nessuno nell’automobilismo, me la dovevo sbrigare da solo. Il mio punto di vista é che é facile tessere le lodi di uno Stirling Moss, un Graham o Hill o di una organizzazione sportiva multi-milionaria. E ritornai con la mente all mia prima corsa a Brands, quando avevo 18 anni. Ero stato particolarmente colpito da una brunetta molto attraente che camminava impettita nel paddock. La mia vecchia Aston Le Mans del ’33 era solo nella lista delle riserve, dunque fui estremamente gratificato quando fui, non solo chamato in pista, ma addirittura promosso nella prima fila della griglia! La ‘Signorina Brunetta’ sarà colpita!

“Il numero 31 é Andrew Roberts,” Intonó attraveso l’altoparlante il famoso radiocronista, . “Suo padre é un antiquario e pare che Andrew sia arrivato qui con una di quelle antichità paterne!” Quattromila spettatori intorno al circuito gorgogliarono di divertimento ed io, metaforicamente, rimpicciolii da 10 piedi a 10 pollici.

Finii penultimo e, più tardi nel paddock, mentre il mio amico e meccanico dilettante, Peter Jenson, stava lavorando sul motore, il vincitore arrivó con la sua verde e rutilante Cooper, si fermó vicino a una splendida Jaguar limousine verde e, aiutato dall’autista, uscí dalla Cooper. La ‘Signorina Brunetta’ apparve improvvisamente dal nulla e, buttandogli le braccia al collo, proclamó pubblicamente, “Caro, non so come tu faccia!” A questo punto, disgustato, gettai per terra il martello di rame che tenevo in mano. Che in realtà cadde sul piede di Peter. Da quel momento decisi che, nelle mie regole, tutto era permesso al ‘piccolo uomo’ nello sport motoristico.

 

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decima puntata

FURTO AGGRAVATO”

Considerando dunque che ‘secondo le mie regole tutto era permesso al ‘piccolo uomo’ nello sport motoristico’ decisi di “prendere in prestito”, con o senza il loro permesso, le quattro ruote della Ferrari Berlinetta usata per le prove. Il garage dell’hotel brulicava di meccanici ed io sapevo che la mia unica speranza era di nascondermi dietro la Ferrari incidentata che si trovava in un angolo – quella che Phill Hill aveva demolito durante le prove –, fino a che i meccanici si allontanassero per il pranzo. Poco dopo tutto era quieto. Era come all’obitorio. Presi un martello per svitare i gallettoni. Improvvisamente sentii una mano sulla mia spalla che mi fece trasalire. Era Colin Davis. “Gomme da 16 pollici,” sospirai. “Prova alla Pirelii, sono acquartierati nella cittadina di Cerda,” disse con autorità enciclopedica.

Alla Pirelli avevano solo due gomme da 16” e decisi che queste sarebbero andate all’anteriore mentre le gomme Avon Turbospeed con il battistrada distorto e le Dunlop Corsa liscie erano da montare sull’asse posteriore.

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la Ferrari Berlinetta menzionata da Andrew, dalla quale intendeva prendere in prestito cerchi e gomme.

Dubito che in realtù queste grosse gomme avrebbero potuto essere montate sull'Aston DB2 più veccia di 5 o 6 anni.

 

Ma forse la storia é un po' romanzata

 

 

 

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Undicesima e ultima puntata:

 

COME UNA RONDINE”

 

Alle 3 e 30 della domenica mattina faceva ancora buio e praticamente tutti gli ospiti del nostro albergo scivolavano silenziosi e assonnati fuori dall’atrio e si dirigevano al Piccolo Circuito delle Madonie. La prima macchina doveva partire alle 7:00 antimeridiane. Poco dopo eravamo ai box, cambiando le candele e occupandoci delle mille e una cosa che sempre ci vengono in mente solo all’ultimo minuto. Quando fu dato il via alla prima auto, il sole era già alto e caldo in un cielo blu senza una nuvola. Le tribune erano piene zeppe, invadeva l’atmosfera l’odore delle scintillanti auto da corsa bruciate dal sole, in fila indiana, pronte per la partenza. Commissari e meccanici si facevano largo spalla a spalla, le nuove telecamere ronzavano, un assoluto, variopinto, elegante, eccitante spettacolo, questo é la corsa automobilistica.

 

Ora tocca a me, il commissario inizia il conto alla rovescia: “sei, cinque, quattro, tre, due, via!” E mi sento come un uccellino a cui aprono la porta della gabbia....

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E mi fermo qui, perché le altre pagine mi mancano et l’amicale dell’Aston Martin, dopo il primo invio, non ha più dato seguito alle mie richieste.

Ma non mi dispiace più di tanto perché questa ultima immagine, insieme alla frase di Colin Davis: Questa é la mia quinta Targa; Vedrai te ne innamorerai!”, trasmette tutta l’emozione della corsa et ognuno puó mettrerci la fine che più gli piace.

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bentrovati! non posto modelli Targa Florio da poco meno di due anni ... perso nei miei cento progetti ... siamo tutti d'accordo, le immagine fornite da Stanford University hanno certamente chiarito tanti interrogativi. a suo tempo, avevo immaginato la MGB n. 48 con cui (riconoscibile al volante) Timo Makinen prese il via alla 51a Targa Florio del 1967

 

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c'erano delle soluzioni fantasiose, anche se possibili e studiate sulle tipiche livree delle macchine works della BMC. il trifoglio irlandese era classica decorazione delle vetture guidate da Alec Poole. ma, stranamente, il fregio si intravvedeva su di una vettura col tetto rosso! mentre era assente sulla vettura in gara (anche se per un solo giro). finchè, appunto Stanford ha mostrato che la vettura col tetto rosso era una T car, identificata dalla targa ERX497C. dopo le opportune e laboriose modifiche, e comprando solo un altro modellino, sono arrivato alle conformazioni reali. oddio, non posso essere certo della posizione della T sul cofano della Tcar, ma dove poteva essere se non lì? e che ci vorrebbe a spostarla? due parole sui diecast VANGUARD utilizzati. sono deliziosi! non costano tanto, guardate le finiture del pianale (aggiunti i blocchetti di sollevamento sulla n. 48). agli interni ho solo cambiato i volantini (se si vedono). all'esterno, il retrovisore autocostruito per la T, i vari ganci e cinturini, le targhe con i caratteri giusti (addirittura la targa della Tcar e ritagliata dalla vera targa, la vettura esiste perfettamente). ruote a raggi cambiate, varie decals fatte stampare apposta (coccarda Safety Fast e bandierine, logo GB, trifoglio). tergi fotoincisi. la Tcar è stata interamente riverniciata per dare uniformità a tettuccio e corpo. il RAL 3001 corrisponde bene al tartan red delle vetture reali. insomma, guardatevele, se ne avete voglia ...

la successione del post è sballata, pazienza.

nino

Belle le MGs.

Mi piace l'idea delle T car cosí come le bisarche o i veicoli assistenza

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Andrew Roberts ritornó in Sicilia l'anno successivo per la sua seconda Targa.

Non ho racconti ma ho riprodotto la sua vecchia DB2/4 DHC, la stessa del 1962 ma senza paraurti anteriore e, ovviamente, numero diverso.

Più foto se volete nel topic Targa Florio in miniature...

1963 #116 Aston Martin DB 2-4 GT R-Wray Jr- - A-Prince (906).jpg

 

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bentrovati! non posto modelli Targa Florio da poco meno di due anni ... perso nei miei cento progetti ... siamo tutti d'accordo, le immagine fornite da Stanford University hanno certamente chiarito tanti interrogativi. a suo tempo, avevo immaginato la MGB n. 48 con cui (riconoscibile al volante) Timo Makinen prese il via alla 51a Targa Florio del 1967

 

nino

 

 

 

BRAVO NINO!

DELIZIOSE MG!!

 

:love::jap::love::jap:

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Invité §sho727jx

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bentrovati! non posto modelli Targa Florio da poco meno di due anni ... perso nei miei cento progetti ... siamo tutti d'accordo, le immagine fornite da Stanford University hanno certamente chiarito tanti interrogativi. a suo tempo, avevo immaginato la MGB n. 48 con cui (riconoscibile al volante) Timo Makinen prese il via alla 51a Targa Florio del 1967

 

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c'erano delle soluzioni fantasiose, anche se possibili e studiate sulle tipiche livree delle macchine works della BMC. il trifoglio irlandese era classica decorazione delle vetture guidate da Alec Poole. ma, stranamente, il fregio si intravvedeva su di una vettura col tetto rosso! mentre era assente sulla vettura in gara (anche se per un solo giro). finchè, appunto Stanford ha mostrato che la vettura col tetto rosso era una T car, identificata dalla targa ERX497C. dopo le opportune e laboriose modifiche, e comprando solo un altro modellino, sono arrivato alle conformazioni reali. oddio, non posso essere certo della posizione della T sul cofano della Tcar, ma dove poteva essere se non lì? e che ci vorrebbe a spostarla? due parole sui diecast VANGUARD utilizzati. sono deliziosi! non costano tanto, guardate le finiture del pianale (aggiunti i blocchetti di sollevamento sulla n. 48). agli interni ho solo cambiato i volantini (se si vedono). all'esterno, il retrovisore autocostruito per la T, i vari ganci e cinturini, le targhe con i caratteri giusti (addirittura la targa della Tcar e ritagliata dalla vera targa, la vettura esiste perfettamente). ruote a raggi cambiate, varie decals fatte stampare apposta (coccarda Safety Fast e bandierine, logo GB, trifoglio). tergi fotoincisi. la Tcar è stata interamente riverniciata per dare uniformità a tettuccio e corpo. il RAL 3001 corrisponde bene al tartan red delle vetture reali. insomma, guardatevele, se ne avete voglia ...

la successione del post è sballata, pazienza.

nino

 

 

DE LI ZIO SE !!! ...come le mele... :D

 

:ouimaitre:

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Invité §sho727jx

E mi fermo qui, perché le altre pagine mi mancano et l’amicale dell’Aston Martin, dopo il primo invio, non ha più dato seguito alle mie richieste.

Ma non mi dspice più di tanto perché questa ultima immagine , insieme alla frase di Colin Davis: Questa é la mia quinta Targa; Vedrai te ne innamorerai!”, trasmette tutta l’emozione della corsa et ognuno puó mettrerci la fine che più gli piace.

 

Peccato davvero che manchi il meglio...(suppongo); le impressioni di una coppia di inglesi così, difronte ad una esperienza unica come quella sarebbe stata irripetibile !

Il tutto è affascinante e pittoresco, sembrerebbe tutto romanzato, vista la successione incredibile e talvolta grottesca del racconto...; ma a che pro ?

Ho deciso di prendere tutto per vero, e ne sono quasi convinto ! :bien:

 

GRAZIE ancora per la divertente traduzione :jap:

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